Respirare per vivere, non per sopravvivere

27/02/2022

Nel precedente articolo (Il TEMPO come templio del benessere – FormaMentis (formamentisabruzzo.it) abbiamo parlato del tempo e della sua importanza sotto tanti punti di vista.

 

Per i  monaci  buddisti il problema di noi occidentali è la difficoltà nel vivere il PRESENTE, il qui ed ora. Siamo talmente tanto presi a rimuginare sul passato ad usare i “se” i “ma” o a proiettarci nel futuro, che ci dimentichiamo di concentrarci a vivere il presente.

Respirare ci porta nel qui ed ora e quindi,  alla consapevolezza del momento, di ciò che siamo, delle nostre emozioni e della capacità che abbiamo di viverle e valutarle per ciò che sono senza farci stravolgere riuscendole a gestire. Essere consapevoli vuol dire aver posto l’attenzione verso qualcosa, averla osservata e  capita.

Ma per comprendere qualcosa ci vuole tempo, ci vuole curiosità e silenzio, ecco la nostra mente oggi è sollecitata da tante informazioni, tante aspettative e necessità che non riesce a mantenere l’ attenzione per troppo tempo. Per comprendere qualcosa bisogna guardarla con attenzione, bisogna toccarne la sua consistenza, assaporarne il suo gusto e sentirne il profumo. In un tempo in cui i sensi sono sollecitati da mille input, miriade d’immagini, suoni continui composti da rumori, musica, film, in un tempo in cui mischiare il dolce con l’amaro crea la novità che fa tendenza anche se confonde, in cui gli odori sono celati da profumi chimici che alterano la percezione; come la nostra attenzione può attivarsi realmente se non sa su cosa concentrarsi? Non sa a cosa credere? Come può la nostra attenzione generare consapevolezza se non riesce a scendere in profondità se non riesce a fermarsi?

Non prestiamo più attenzione a chi ci parla, a come ci parla, lo sentiamo ma non riusciamo ad ascoltare, non osserviamo i suoi gesti, non lo guardiamo più negli occhi, nella sua gestualità, non riusciamo a prestare attenzione a cosa ci accade intorno, siamo troppo presi a guardare lo schermo del nostro telefonino o l’immagine che postiamo, ad avere le cuffiette dentro l’orecchio con la hit dell’ultimo momento, che non sentiamo neanche il rumore del nostro respiro. E quindi, come può la nostra attenzione donarci la consapevolezza di chi siamo, di cosa trasmettiamo agli altri, la capacità di capire chi ci guarda con occhi sinceri e chi non ci guarda ma ci osserva solo di sfuggita, la consapevolezza di chi ci parla con sincerità e chi no, se non siamo consapevoli delle relazioni che creiamo, delle dinamiche con cui le generiamo e dell’ambiente in cui viviamo…

Come possiamo prestare attenzione a noi stessi se non sappiamo che rumore ha il nostro respiro più profondo, il nostro battito del cuore quando siamo in silenzio? come pensiamo di riuscire a prestare attenzione a chi abbiamo di fronte se non sappiamo prestare attenzione al nostro corpo e alle nostre emozioni, chiediamoci: “saremo capaci di leggere un libro scritto in una lingua a noi sconosciuta?”

Nella mia esperienza, avuta fino in questo momento,  mi sono accorta che molti di noi e spesso è capitato anche a me, respiriamo per sopravvivere e non per vivere. Perché la nostra respirazione è veloce, ha un ritmo incalzante ed è alta, si ferma alle vie respiratorie, riempie i polmoni di quella necessità di ossigeno che ci serve per non andare in affanno, che serve al nostro corpo per sopravvivere, ma non lo facciamo scendere oltre. Il diaframma è un muscolo che riveste diverse importanti funzioni, una tra queste è quella di “massaggiare” e “movimentare”, tutto l’apparato digestivo, non avendo una buona respirazione questo muscolo rimane rigido.

Durante un trattamento eseguo sempre degli esercizi di respirazione insieme al cliente, proprio perché devo riuscire a farlo distendere quanto più possibile, deve riuscire ad abbattere le barriere della fretta, dell’ansia, della superficialità. E mi sono accorta che in molti riescono ad espandere il torace, ma non tutti riescono ad effettuare la respirazione addominale e quando ci riescono alle volte si evidenzia una discontinuità nella respirazione quasi un tremore. 

Ecco perché la respirazione è molto importante ed è utilizzata al massimo della sua espressione nella meditazione, perché la respirazione è profondità, è consapevolezza è presenza nel qui ed ora.

 

 

Nella zona addominale, nel nostro stomaco, risiede il nostro fuoco, il nostro io, il nostro cervello emotivo è lì che dobbiamo andare a cercare la nostra volontà, la nostra azione, la nostra reazione quando viviamo qualcosa. E’ il centro di digestione del cibo, del nutrimento fisico, dello scarto fisico ma anche emotivo. Riuscire a far arrivare il respiro fin giù nell’addome vuol dire darsi ascolto. Nell’addome troviamo il terzo chakra “Manipura”, è il centro del dinamismo, della volontà, della conquista, dell’individualità primaria

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La sua funzione essenziale è rappresentata dal sangue che porta calore e nutrimento a tutto il corpo. La sua sede è la zona lombare e anteriormente quella dell’ombelico . E’ collegato alla funzione della digestione, intesa come la capacità di trasformare attraverso l’energia fuoco. Sapersi ascoltare vuol dire riuscire a sentire il fuoco dentro ognuno di noi e saperlo alimentare e domare allo stesso tempo (per conoscere meglio i chakra e l’ayurveda segui Corso di Massaggio Ayurvedico – FormaMentis (formamentisabruzzo.it).

 

 

Voi avete mai effettuato degli esercizi di respirazione? Avete mai provato a sedervi in una stanza silenziosa, mettere della musica rilassante, chiudere gli occhi e iniziare a respirare?

 

Proviamoci insieme: ci sono diversi tipi di respirazione a due, a quattro o otto tempi, iniziamo con quella a 4 tempi.

 

I quattro tempi scandiscono l’inspirazione, iniziate quindi a inspirare con il naso contando fino a 4: 1…2…3…4 poi due secondi di fermo e di nuovo espirate con la bocca controllando l’espirazione con i quattro tempi 1…2…3…4…Fatto? Come vi sentite? Questo esercizio fatelo almeno per tre volte; poi come secondo step, pensate al fuoco nel vostro addome, visualizzatelo e concentratevi su quella immagine, osservatela, contemplatela…poneteci attenzione a questo punto la vostra mente inizierà a scalpitare, inizierà a divagare, a cercare altro, a chiedersi “cosa sto facendo?” ”sto perdendo tempo, potrei fare…dovrei andare”….e avrete gli occhi che cercano di aprirsi per guardarsi intorno, le mani che iniziano a muoversi e le gambe ad essere scomode, contemporaneamente inizia a salirvi un senso di agitazione e ansia, giusto? ecco è tutto normale anzi normalissimo, siete altamente stressati e quella sensazione che vivete è la prima consapevolezza del fatto che porre attenzione su una cosa, concentrandovi è la cosa più scontata da fare ma è l’azione che meno riuscite a svolgere e a controllare. E’ tempo di iniziare a prendervi un po’ di spazio per voi, è tempo di iniziare a fermarsi per riuscire a ripartire ogni giorno con nuove consapevolezze e grandi progetti, è possibile … è possibile farlo QUI ORA, bisogna solo imparare a respirare per vivere e non per sopravvivere.

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