31/01/2018
Piante, fiori e frutti, sono comparsi sulla terra molto tempo prima dell’uomo, queste attraverso le loro proprietà nei secoli hanno permesso, con lo studio e l’audacia di svariati luminari, di evitare l’estinzione del genere umano permettendone, ove possibile, la cura e la medicazione.
Quando ancora l’uomo viveva in una natura primitiva e selvaggia completamente allo scoperto e alla mercee di animali feroci e di eventi naturali di ogni tipo, oltre che ad un riparo, al sostentamento, alla difesa sua e della sua prole, iniziò ad osservare come alcuni animali, quando erano feriti o avevano le ossa rotte, ricorressero a certe argille o a specifiche erbe e con esse ricoprivano il corpo o ne mangiassero foglie o fiori. Molto probabilmente, l’uomo primitivo elaborò delle modifiche tali da adattare le informazioni e/o le osservazioni effettuate alle sue necessità. La pratica medica della Babilonia è sicuramente la più antica, risale addirittura al periodo precedente a quello egizio. Data la posizione geografica, l’influenza della Babilonia si estese probabilmente anche alle regioni raggiunte dalle carovane che l’attraversavano quali India, Arabia ed Egitto. Quindi con la capacità e l’arte di preparare i medicamenti che l’uomo primitivo divenne da saggio a uomo-medico. I metodi primitivi erano incantesimi, applicazioni e somministrazioni di erbe e parti di erbe specifiche, il tutto accompagnato dalla recita di parole magiche. Quanto ai testi medici, questi presentavano per la prima volta la descrizione dei sintomi, poi la prescrizione del rimedio, infine le parole che bisognava pronunciare per rivolgersi agli dei.
Nella Medicina tradizionale cinese tra i primi personaggi fondatori troviamo l’imperatore Sheng Nung, che viene ricordato in particolar modo come il primo studioso delle virtù medicamentose delle piante. Sembra che egli abbia provato su di sé l’effetto di molte droghe gettando le basi, per una primitiva farmacopea, che ha guidato il mondo orientale per circa 3000anni. Si racconta, che il volume contenesse circa365 droghe che l’imperatore aveva classificato come superiori, medie ed inferiori.
Nell’antico Egitto la professione medica e tutte quelle professioni ad essa correlate erano svolte nei templi e appartenevano alla classe più bassa dei sacerdoti.
Intorno al 1500 a.C. fu compilato il famoso Papiro di Erbes, un formulario contenente oltre 800prescrizioni e la citazione di oltre700 droghe di origine vegetale, minerale e animale. Sono presenti anche numerose ricette che insegnano come preparare decotti, infusi, unguenti e pasticche e indicazioni su come ottenere buoni risultati dai suffimigi, dalle inalazioni, ecc.
Precursore della scienza tossicologica, fu Mitridate, re del Ponto. Fu il primo in assoluto a condurre ricerche intensissime “sull’arte dell’avvelenamento”, cioè per poterlo prevenire o per difendersi da esso. A cinquant’anni dal suo regno divenne una leggenda tra i Greci ed i Romani. Costretto alla fuga, lasciò una quantità di carte e documenti, tra cui molte formule per preparazione dei veleni e dei suoi antidoti.
Proseguendo il nostro cammino tra le tappe dello sviluppo nella conoscenza dell’uomo verso la sua alleata Natura, troviamo nel secolo I d.C. Pedacio Dioscride, al quale si riconosce il merito di aver fatto compiere alla botanica e alla scienza medica un passo importante e decisivo verso la verità ed il sapere. Egli era il più importante rappresentante della scienza delle droghe, tanto che dopo un millennio e mezzo egli era ancora considerato la bibbia della farmacologia. A lui si deve la descrizione minuziosa delle droghe dei tre regni naturali, le regole per la raccolta e per la più conservazione, le metodologie per la catalogazione.
Nel secolo II d.C. incontriamo Galeno, che fu creatore della formula per la crema e fu creatore di molte apothecae “cosmetiche”. Inoltre introdusse il “dosaggio”, che gli permise di acquistare molte conoscenze sugli effetti delle diverse dosi e miscelazioni.
Mentre la prima “farmacia” sembra sia stata aperta a Bagdad nel secolo VII d.C. La distruzione di molte biblioteche e scuole, nelle varie guerre aveva ridotto le conoscenze a quelle che si erano salvate e conservate nella reclusione dei monasteri. Così durante quel lungo periodo di decadenza del mondo occidentale , il mondo arabo non solo divenne l’erede della saggezza greca e romana, ma rappresentò il fulcro attorno al quale si strinsero studiosi e scienziati di tutto il mondo.
La “bottega della salute” è dunque una creazione araba, ed è probabile che se non ci fosse stata, l’arte medica e farmceutica non avrebbero raggiunto i successi che hanno conseguito, senza l’apporto del mondo arabo.
Si diede poi ordine e rigore ed un senso comune all’interpretazione dei tanti libri che circolavano sull’argomento solo nel Cinquecento a Firenze. Precisamente nel 1498 a Firenze fu pubblicata la prima farmacopea, che dettava le linee guida ufficiali a medici e farmacisti sulla somministrazione e prescrizione delle “droghe”.
Lo studio e la ricerca che il mondo vegetale ha sull’uomo è in continuo sviluppo ed in costante crescita, a livello fisico ed emozionale. Immensa è la natura ed immenso è il sapere su essa; fondamentale è il rispetto che l’uomo deve averla nel conoscerla e trattarla.
Bibliografia informazioni storiche: “Salute e Bellezza”